Energia Vitale

Energia Vitale

Energia Vitale

Il cibo che consumiamo ha lo stesso ruolo della benzina per l'automobile: miscelato con l'ossigeno e successivamente bruciato (più tecnicamente ossidato) produce energia. Questa reazione chimica
fondamentale, che in un motore a scoppio avviene nel cilindro, nel corpo umano si compie in ogni singola cellula, sia pure con intensità diversa (maggiore energia nel tessuto muscolare, minore nel tessuto cutaneo).
In altre parole la nostra "benzina" alimentare, il glucosio, reagisce con l'ossigeno frasportato dal sangue in ogni cellula del corpo, liberando energia. L'energia che si sviluppa dalla combustione degli
alimenti è di tipo chimico (come per la benzina), cioè deriva dalla trasformazione di sostanze energetiche in sostanze povere di energia.

La stessa cosa, per esempio, avviene nella combustione della carta; essa, che proviene dalla lavorazione della cellulosa, è un materiale molto energetico, poiché può reagire con l'ossigeno dell'aria e bruciare liberando energia sotto forma di luce e calore.

La cenere e l'anidride carbonica che si ottengono dalla combustione della caria sono energeticamente povere e hanno perso tutta l'energia che possedevano.

A differenza del motore a scoppio dell'automobile, che libera subito la sua energia trasformandola in movimento meccanico delle ruote e in calore. il nostro organismo non utilizza subito tutta l'energia derivata dalla combustione dei cibi. Se così fosse, esaurita la carica contenuta per esempio in un panino, ci fermeremmo.

Il corpo umano invece, come tutti gli organismi viventi, ha la capacità di immagazzinare l'energia che non utilizza subito sotto forma di sostanze di riserva (grassi o lipidi), che possono essere poi impiegate quando se ne presenti l'esigenza.

Questo delicato e prodigioso meccanismo biochimico ci permette così di non dover mangiare in continuazione per avere il combustibile vitale, ma di fare il "pieno" ogni tanto (generalmente tre volte al giorno), o addirittura di resistere, con le riserve acquisite, a lunghi periodi di digiuno senza bloccare le funzioni biologiche fondamentali.