Inventata dal dietologo dottor Guido Razzoli, la dieta a punti è una dieta low carb, basata sull'assegnazione di un punteggio per ogni 100 grammi di alimento. Ogni giorno si ha a disposizione un determinato numero di punti (un minimo di 40 e un massimo di 60 punti al giorno) ed è compito della persona di mantenersi all'interno di un determinato range di punti imposti dalla dieta.
La quantità dei punti assegnati agli alimenti privilegia (con un basso numero di punti) alimenti proteici e lipidici e penalizza (con un alto numero di punti) quelli con alto contenuto di carboidrati.
Come buona notizia, nella tabella della dieta a punti, alcuni alimenti hanno zero punti, il che vale a dire che possono essere consumati in grandi quantità. Come tutte le diete low carb, nella dieta a punti la limitazione di carboidrati ha lo scopo di ridurre la produzione di insulina e aumentare la mobilizzazione dei grassi dai depositi, con conseguente dimagrimento.
La dieta a punti può risultare più facile e meno restrittiva di altre diete low carb grazie alla possibilità di gestire liberamente il numero dei pasti (4 pasti è ritenuto il numero ideale per questa dieta).
E' inoltre possibile seguendo la tabella della dieta a punti, gestire la quantità di punti nella dieta in modo da risparmiare alcuni punti per per pasti più abbondanto in occasioni speciali o per il fine settimana.
Da un punto di vista nutrizionale, la dieta punti è tendenzialmente sbilanciata, pur senza arrivare agli estremi delle diete iperproteiche americane, a causa della ridotta presenza di carboidrati e della grande presenza di proteine e grassi.
Inoltre, la carenza di frutta e verdura nella dieta punti può portare anche a una carenza di vitamine e sali minerali, da recuperare attraverso l'uso di integratori specifici. La dieta punti non è assolutamente consigliata a persone anziane, malati di cuore, reni, fegato, donne in gravidanza e bambini.
La dieta punti essendo una dieta sbilanciata non è sicuramente una dieta che possa essere protratta per tempi lunghi.